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L'edilizia berlusconiana

Quando negli ’70 cominciò l’era edilizia di Silvio Berlusconi, tanti colleghi dell’imprenditoria furono scettici per le scelte (innovative) che stava apportando nella sua Milano 2.
Perché? L’idea del Cavaliere, che poi diventerà norma alcuni lustri dopo, non era quella di costruire palazzi ma di erigere complessi residenziali in equilibrio con la vita sociale e religiosa di una comunità: una piccola città a misura d’uomo.

Proprio per questo nel ’77 sarà insignito dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone come il più giovane Cavaliere del Lavoro, titolo che lo accompagnerà fino al 2014, anno in cui si autosospende dalla carica.

Una curiosità: il celeberrimo biscione stilizzato, che vediamo tutti i giorni sulle reti I loghi di Milano2 e di Mediaset a confronto.Mediaset, altro non è che il logo del primo complesso residenziale, Milano 2.


Il modello innovativo dell’edilizia berlusconiana vanta di 3 capisaldi innovativi:

– Aree verdi: mentre lo smog dilaga nella gran parte delle città, nel modello del Cav la natura è parte integrante dei complessi residenziali. Le aree verdi, oltre ad essere una sorta di polmone naturale, diventano un’occasione per favorire la socialità.

– Servizi essenziali: in un contesto caratterizzato da uniformità e ordine si possono trovare supermercati, scuole, uffici, luoghi dedicati allo sport, ambulatori… praticamente tutto a portata di mano. 

– Sistema viario: l’intera cittadella è percorsa da vie ciclabili e pedonali che non si incrociano con le strade e le automobili.

Un’ultima curiosità: uno degli architetti del primo gioiellino edilizio, Enrico Hoffer, ha raccontato che il futuro fondatore di Fininvest era così preso dal discorso Green che spessissimo si recava personalmente nei vivai a scegliere le piante da posizionare nei condomini.
A distanza di quarant’anni si può affermare che il progetto edilizio berlusconiano sia un vero e proprio successo di sostenibilità e praticità da prendere a modello per le future costruzioni. 

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